Vino biologico? Fughiamo ogni dubbio!

Articolo pubblicato venerdì 12 Aprile 2019

Per chi avesse ancora dubbi sul perché ci fosse e c’è bisogno di vino biologico, gli ultimi dati sembrano dissiparli: conquista sempre più spazio, nel vigneto, sullo scaffale e sulle tavole dei consumatori.

In dieci anni il vigneto biologico è aumentato del 160% in termini di superficie, superando i 105 mila ettari, così come le vendite di vini e spumanti in Gdo, principale canale commerciale dei prodotti biologici, hanno registrato, sempre su base annua, un incremento a tre cifre nel 2017 (+161% per i bianchi e +81% per i rossi), a due cifre nel 2018 (+49% nel I semestre 2018), mantenendo il trend positivo nei primi due mesi del 2019 (+18%), con 5 milioni di litri venduti nella grande distribuzione, un tasso sei volte maggiore rispetto ai vini non bio.

Il 18% delle superfici vitate complessive è biologico, con una produzione di vino bio stimata dalla Fondazione di ricerca Firab di 5 milioni di ettolitri, circa il 9% della produzione di vino totale in Italia.

E la corsa non sembra arrestarsi a breve periodo: si pensi che nel mondo, secondo Sudvinbio, le casse di vino bio passeranno dai 56,3 milioni del 2017 a 87,5 milioni nel 2022, raggiungendo una quota di mercato del 3,6%. La forte e vivace domanda si tradurrà, di conseguenza, nell’espansione del vigneto bio, a partire dai Paesi produttori, quali Italia, Spagna e Francia: se, nel 2017, Spagna e Italia erano entrambe intorno ai 105mila ettari vitati certificati bio e Francia a 85mila, nel 2022 quelli spagnoli arriveranno a 170mila ha, quelli italiani a 130mila e quelli francesi a 100mila.

Questo perché, il vino bio rappresenta qualcosa di più: sia per il consumatore sempre più attento e consapevole e che sottintende, specie nel Nord Europa, una scelta filosofica (di sostenibilità) prima ancora che gustativa; sia per il vitivinicoltore, maggiormente attento e premuroso alla sostenibilità, che ha visto trasformare la propria scelta etica nel produrre bio, in una vera e propria leva per il business, riconoscendo grande importanza sia alla qualità, alla sostenibilità, alla ricchezza in termini di biodiversità e di risorse/territorio, sia alla certificazione bio in termini commerciali.

Il futuro del vino è biologico: una domanda in continuo aumento accompagnata da una forte crescita di vigneti bio, non può che confermare una dinamica, oramai consolidata, che riguarda, oltre al settore vitivinicolo, l’intero settore primario.

 

Alba Pietromarchi, FIRAB

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